Gentile direttore, in Italia sono 200mila le persone in cura per l’ epatite C, malattia che si contrae per lo più dallo scambio di siringhe infette tra tossicodipendenti o a causa di trasfusioni ematiche, meno frequentemente in seguito a rapporti sessuali non protetti. Nella rubrica SanitàKo sul Fatto del 2 dicembre, Chiara Daina segnala “un rallentamento nell’ arruolamento dei pazienti affetti da epatite C, dovuto a mancate diagnosi” soprattutto a causa di un “sommerso” che rende difficile ai servizi sanitari raggiungere alcune “fasce più fragili” della società in cui la malattia mostra una incidenza maggiore. L’ esempio emblematico di popolazione non intercettata sono i detenuti: l’ impatto socio-sanitario dell’ epatite C è sempre più rilevante nei luoghi a maggiore vulnerabilità, quali carceri e SERD . All’ interno degli istituti penitenziari lo sviluppo dell’ epatite C è facilitato da cause strutturali, come la ristrettezza degli spazi dovuta al sovraffollamento cronico, e cause comportamentali, come l’ alta incidenza di detenuti tossicodipendenti, la promiscuità forzata, lo scambio di oggetti e la presenza di ristretti che esercitavano la professione di sex worker. Per questo, nell’ ultima sessione dell’ assestamento di bilancio di Regione Lombardia, ho proposto un ordine del giorno – approvato all’ unanimità dal Consiglio – che impegna la Giunta ad impiegare parte dei fondi regionali già stanziati per lo screening e l’ eradicazione dell’ epatite C in favore delle persone detenute e internate. Lo screening HCV e il trattamento della popolazione detenuta sono indispensabili per arrivare all’ eradicazione completa, obiettivo fissato dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità per il 2030. La cura che consente la guarigione esiste da anni, mentre i costi sanitari dovuti ad una diagnosi tardiva in un paziente con complicanze sono molto alti. I soldi per eradicare l’ epatite C sono stanziati, ma il servizio screening va portato laddove esistono più malati senza diagnosi. Invito i miei colleghi consiglieri regionali di tutta Italia e di tutti i partiti a prendere visione dell’ ordine del giorno sul sito www.piueuropalombardia.it e proporlo nelle loro regioni per vincere insieme questa battaglia.
Michele Usuelli, medico e consigliere regionale della Lombardia – gruppo +Europa
Lettera pubblicata sul Fatto Quotidiano del 4 dicembre 2019
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