Regione Lombardia: nelle strutture Multimedica/San Giuseppe applicati contratti di lavoro penalizzanti che fanno scappare i medici dipendenti, sostituiti da gettonisiti e pensionati. Possiamo ancora chiamarli ospedali? Interrogazione di Michele Usuelli (+Europa/Radicali),

Questa mattina il Consiglio regionale della Lombardia ha affrontato un question time, presentato da Michele Usuelli (+Europa/Radicali) all’Assessore Moratti, a seguito di una audizione richiesta da Elisabetta Strada (Lombardi Civici Europeisti) in commissione sanità.

Il  Consigliere ha denunciato un ennesimo capitolo della degenerazione della sanità lombarda, descrivendo la situazione in cui versano l’ospedale San Giuseppe (al centro di Milano) e Multimedica (addirittura un IRCCS) a Sesto San Giovanni, luoghi che rappresentano una situazione diffusa in tutta la regione. In queste strutture, infatti, la scelta della direzione dei due Istituti di applicare al personale medico il contratto previsto per le case di cura private sta provocando un esodo di medici e condizioni di lavoro non accettabili per chi resta.

La scelta di Multimedica di non applicare il contratto nazionale previsto per i medici degli IRCCS e degli ospedali classificati ha rappresentato, infatti, un grave gioco al ribasso che ha consentito all’azienda di risparmiare, ma, al contempo, ha generato un’emorragia di dipendenti, scoraggiati da condizioni contrattuali gravemente penalizzanti. Come se non bastasse, il personale che ha lasciato l’impiego non è stato rimpiazzato da nuovi medici dipendenti, ma quasi sempre da medici a chiamata o dipendenti di cooperative, determinando uno scadimento nel rapporto professionale tra le équipes mediche e i primari delle strutture.

Dopo aver illustrato le motivazioni dell’interrogazione, Michele Usuelli ha chiesto all’Assessore una serie di dati circostanziati sul rispetto della normativa in materia, dati che Moratti ha fornito, ammettendo però che si tratta di numeri “autocertificati”.

Così Michele Usuelli ha commentato la risposta dell’Assessore: “mi auguro che in futuro la Giunta voglia presentarsi a questi appuntamenti con maggiore serietà. L’improvvisazione con la quale Moratti e Fontana gestiscono (o, meglio, distruggono) la sanità lombarda è impressionante: di deroga in deroga, di autocertificazione in autocertificazione,  tra un’esternalizzazione e un contratto precario, i due contendenti alla prossima Poltrona di Presidente stanno facendo piazza pulita del servizio sanitario regionale. Possiamo chiamare ospedale un luogo dove i reparti sono composti non da equipe mediche assunte sotto la guida di un primario, bensì da un alto numero di gettonisti che suonano lo spartito in solitaria? Possiamo chiamare pronto soccorso un luogo dove la notte, ci sia uno ed uno solo medico?

Elisabetta Strada ha aggiunto: “la Regione deve riprendere il ruolo fondamentale di regista della sanità e, soprattutto, deve occuparsi dei controlli della qualità dei servizi sanitari resi ai cittadini.”