COMUNICATO STAMPA
SVILUPPO DELLA CHIRURGIA ROBOTICA IN LOMBARDIA, USUELLI, +EUROPA/RADICALI. MORATTI CI RASSICURA, MA LA PIANIFICAZIONE È UNA CHIMERA, IL MONITORAGGIO UNA INCOGNITA.
È stata discussa questa mattina, in Consiglio regionale della Lombardia, un’interrogazione a risposta immediata presentata dal consigliere di +Europa/Radicali Michele Usuelli sul tema dell’appropriatezza delle acquisizioni presso le strutture sanitarie regionali degli strumenti per l’applicazione della chirurgia robotica.
L’interrogazione ricorda che, se da un lato, in alcune specialità della chirurgia, e solo per alcune patologie, lo sviluppo dei più sofisticati sistemi di chirurgia robotica offre grandi vantaggi, ancora una volta a fare difetto in Lombardia è la capacità di programmazione che determina una distribuzione dei robot fortemente diseguale e non sempre giustificata.
Così Usuelli ha illustrato l’interrogazione:
“siamo entusiasti sostenitori della chirurgia robotica per il miglioramento della qualità di cura dei cittadini ed il consolidamento dello sviluppo dei servizi sanitari regionali. Proprio per ciò, al fine di governare in modo equilibrato la crescita, i costi, gli investimenti e la diffusione delle tecniche innovative appare indispensabile prevedere una pianificazione di regia nazionale e regionale che sappia investire e razionalizzare; è indispensabile evidenziare il numero minimo di interventi totali ogni anno che giustifichino l’acquisto/utilizzo di un robot e dei costosissimi consumabili esclusivamente dedicati (kit monouso che servono al funzionamento delle macchine) per gli ospedali che abbiano o richiedano il robot. Altrettanto opportuno sarebbe verificare l’adeguata formazione delle equipe che dovrebbero gestire i macchinari, evitando di dare i robot ai reparti dove solo un medico nel reparto sia capace di utilizzare il robot, quandanche fosse il primario.
L’interrogazione prende le mosse da quanto avvenuto alla ASST Santi Paolo e Carlo di Milano dove, con l’obiettivo di implementare la chirurgia robotica, si sta arrivando ad avere addirittura tre macchinari molto costosi, sovrastimando enormemente le necessità. Il terzo robot, richiesto dalla Azienda sarebbe per gli interventi di chirurgia vertebrale da far eseguire ad ortopedici, gruppo di patologie attualmente curate ai Santi dalla equipe neurochirurgica che necessita sì di un’ottimale tecnologia per visualizzare intraoperatoriamente la parte anatomica da operate, ma non di un robot poco utile e affidato ad ortopedici. Alla giunta regionale abbiamo chiesto quindi di spiegare secondo quale progetto e attraverso quali analisi costi/benefici si stia sviluppando la robotica in Lombardia.”
La risposta dell’Assessore al Welfare Letizia Moratti, considerata comunque per molti versi soddisfacente da parte di Usuelli, ha evaso solo in parte le richieste poste dal consigliere radicale di +Europa che ha così commentato:
“L’Assessore Moratti ci rassicura su due fronti: i robot in servizio al San Carlo e San paolo saranno due e non tre e le equipe che avranno il compito di utilizzarli saranno formate da personale medico a tempo indeterminato (su questo aspetto la DG del San Carlo che aveva fatto un concorso, attraverso una discutibile procedura d’urgenza, per un dirigente medico ortopedico a tempo determinato che si occupasse di chirurgia robotica, dovrà trarne le conseguenze).
Ci permettiamo però di dare alcuni consigli alla Vicepresidente Moratti: innanzitutto è opportuno rivedere al rialzo la soglia attuale di 250 interventi annui per la richiesta e l’attribuzione del robot per la chirurgia. Inoltre è necessario, sempre per mantenere un corretto rapporto tra costi e benefici all’interno della multidiscplinarietà nell’uso del robot, portare da due almeno a tre il numero di specialità che lavorano in equipe sul singolo robot.
Positiva anche la scelta di utilizzare due robot assegnati a San Carlo e a Niguarda per la formazione specifica degli specializzandi.
Dalla risposta dell’Assessore Moratti emerge però, ancora una volta, un aspetto sconfortante: per la Giunta “programmazione” e “pianificazione” sono parole sconosciute. Non è stato fornito alcun dato sul numero complessivo di robot presenti sul territorio regionale e su quanti (e con quali motivazioni) se ne vogliano acquisire in futuro.
Considerata l’arretratezza delle politiche regionali, e nazionali, di valutazione e monitoraggio ci faremo carico di continuare a controllare l’applicazione della robotica nella sanità lombarda, a beneficio della salute e dei nostri cittadini e del buon uso delle risorse pubbliche.”