Modifiche alla legge elettorali strumentali, nell’interesse della maggioranza e non dei cittadini. +Europa gioca il “jolly” e promette ostruzionismo insieme a tutte le opposizioni.

Si terrà domani la prima seduta del Consiglio regionale nella quale verranno discusse le modifiche alla legge elettorale proposte dalla maggioranza per consentire al Presidente Fontana di convocare le elezioni in una data, a proprio piacimento, tra il 4 febbraio e il 6 maggio 2023.

Michele Usuelli, consigliere regionale di +Europa, ha comunicato alla Presidenza di voler utilizzare, per la discussione della legge elettorale, il cosiddetto “jolly” che consente di evitare qualsiasi forma di contingentamento dei tempi di discussione e qualsiasi limitazione sul numero di ordini del giorno presentabili.

Così Usuelli ha motivato la sua dura presa di posizione. “La scelta della maggioranza di attribuire al presidente della Giunta la facoltà di indire le elezioni non presenta profili di incostituzionalità e non avrebbe nulla di scandaloso se non fosse per i tempi con i quali tale proposta è stata fatta. Il centrodestra ufficiale lombardo, quello di Fontana, vuole tenersi le mani libere per mettere i bastoni tra le ruote al centrodestra ufficioso, quello di Moratti e all’opposizione, facendo pagare il conto ai cittadini e prospettando una campagna elettorale sotto l’albero di Natale, dopo averci regalato quella sotto l’ombrellone della scorsa estate.  Per quanto ci riguarda, cerchiamo da tempo di far passare modifiche serie e di sostanza alla legge elettorale, in particolare per favorire una ripresa della partecipazione dei cittadini alla politica, attraverso l’attivazione della democrazia digitale e la possibilità di sottoscrivere le liste, anche a distanza, attraverso lo SPID. Fino ad ora non siamo stati ascoltati e temo non lo saremo neppure in Aula, visto l’atteggiamento di una maggioranza preoccupata solo di autoconservarsi. Solo a mia firma sono stati depositati 330 ordini del giorno, per cui ringrazio innanzitutto i collaboratori del gruppo consiliare”.