EUROPEO, LAVORAVA A NOVARA. VERRÀ UCCISO IN IRAN.

Tra meno di tre giorni, il medico e ricercatore iraniano Ahmadreza Djalali, potrebbe essere impiccato dal Regime del Presidente Raisi.  Usuelli (+Europa/Radicali): i governi europei intervengano con fermezza!

Il Professor Ahmadreza Djalali nel 2017 venne condannato a morte a seguito di un processo farsa che lo accusava di spionaggio in favore di Israele. Venne minacciato, torturato, ed è attualmente sottoposto, da quasi 2200 giorni, a condizioni di detenzione disumane.

Per il regime iraniano, il ricorso ad arresti arbitrari, l’inflizione di dolore fisico e le condanne a morte sono procedure sistematiche volte ad annientare oppositori politici o a esercitare ricatti nei confronti di Paesi stranieri. Negli anni passati, il regime si è più volte cimentato in annunci ufficiali di esecuzione della condanna a morte di Djalali salvo poi posticiparla, tenendo in ostaggio la vita di un uomo innocente per vili fini politici. Potrebbe accadere anche questa volta. Ma se anche non fosse la mano del boia tra tre giorni a ucciderlo, la vita del Professor Djalali sarebbe messa in serio pericolo dalle condizioni in cui è tenuto e dall’arbitrarietà con cui la condanna a morte può essere eseguita.

Ahmadreza è cittadino iraniano e svedese. È un cittadino Europeo. Ha lavorato all’Università del Piemonte Orientale, a Novara, come ricercatore di medicina dei disastri. Ed è oggi uno dei tanti, troppi, ostaggi del regime ultraconservatore iraniano.

Urge ora che i governi europei esercitino tutta la pressione economica, diplomatica e politica possibile sull’Iran per fermare l’esecuzione di Ahmadreza e liberarlo dalla prigionia.